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Cor-rispondenze

lunedì 4 aprile 2011

Fortuna-sfortuna?



Caro professore,
Ci sono periodi in cui mi sento davvero sfortunata. Una persona che credevo amica mi ha rubato il fidanzato, ho passato un compito ad un compagno e lui ha preso un voto più alto del mio nell'interrogazione...Potrei continuare...A volte penso che ci siano persone a cui va sempre tutto bene e altre che nonostante gli sforzi non hanno proprio fortuna nella vita.
Roberta



Cara Roberta
Una storiella, per cominciare...
"C’era una volta in un lontano paesetto un povero contadino che traeva di che vivere da un campicello che lavorava assieme alla moglie e al figlio e con l’aiuto di un cavallo. Un giorno il recinto venne lasciato inavvertitamente aperto e il cavallo fuggì. I vicini, appresa la notizia, esclamarono: “Poveretto, che sfortuna, e adesso come farai a lavorare?”. Il contadino rispose: “Sfortuna, fortuna, e chi può dirlo!” I vicini restarono perplessi nel sentire quella strana risposta. Dopo qualche settimana il cavallo che era scappato tornò portandosi dietro una mandria di cavalli selvaggi che furono rinchiusi nel recinto. I vicini, vedendo tutti quei cavalli, esclamarono: “Che fortuna!” E il contadino ancora una volta rispose: “Fortuna, sfortuna, e chi può dirlo!” I vicini restarono ancora più perplessi nel sentire quella risposta. Dopo qualche giorno, mentre il figlio stava domando uno dei cavalli, cadde a terra e si ruppe un piede. I vicini subito esclamarono: “Che sfortuna, e adesso come fai?!” E il contadino ancora una volta rispose: “Sfortuna, fortuna, e chi può dirlo!”. I vicini non sapevano più che cosa pensare del vecchio. "Forse è matto!", pensarono. Dopo qualche settimana comparvero in paese alcuni soldati che reclutavano i giovani validi per la guerra. Quando entrarono nella capanna trovarono il giovanotto zoppicante e naturalmente lo scartarono, mentre tutti gli altri giovani furono reclutati. I vicini non ci videro più: “Che mazzo, che fortuna!” E il vecchio contadino ancora una volta rispose imperturbabile: “Fortuna, sfortuna, e chi può dirlo”. "
...
Ho ritrovato questa storiella divertente riportata in un libro (ma si trova anche in internet). A volte definiamo le esperienze che contrastano le nostre aspettative come eventi sfortunati. Ma la vita, anche con le sue brusche sterzate, non necessariamente deve essere considerata sfortunata. Molto dipende dall'atteggiamento con cui interpretiamo o affrontiamo gli eventi. La storiella insegna che ciò che appare a noi (o alla maggioranza delle persone) un evento sfortunato, in realtà - anche se fa soffrire - non necessariamente deve essere considerato negativamente. La rottura di un'amicizia importante genera profonda sofferenza, ma può anche essere lo stimolo per renderci attivi per incontrare nuove persone con le quali possiamo scoprire maggiori affinità. L'abitudine a ritenere che la vita debba scorrere liscia su binari perfetti ci fa ritenere il cambiamento improvviso una sfortuna, ma la vita è fatta di eventi che, come gli scarti ferroviari, deviano il nostro cammino in una direzione o in un'altra. E' meglio considerare ogni cambiamento come una nuova opportunità che la vita ci offre. Gradualmente scoprirai che proprio alcuni cambiamenti, inaspettati e difficili da accettare, possono metterci di fronte nuove prospettive che non avevamo considerato e che permettono invece di gettare nuova luce (e felicità) nella nostra vita.
Un caro saluto,
alberto

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